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Emergenza COVID-19: Perchè tanti numeri e poca chiarezza?

Scegliere una variabile da analizzare per comprendere l’evoluzione del Covid-19 ed i suoi effetti non è facile. In questi giorni se ne nominano tante (contagiati, positivi, morti, tasso di mortalità, tasso di letalità,…), ma poche dicono quel che comunemente si pensa. Se si considera il numero di infetti, o contagiati, ad esempio, ad oggi si conoscono in realtà i “positivi”, ovvero il numero di infetti tra coloro che sono stati sottoposti al tampone. Però al test viene sottoposto solo chi è fortemente sospettato di essere infettato, e questo distorce la visione, sia del livello che della tendenza del fenomeno. Per conoscere davvero i contagiati, o meglio per stimarli correttamente, si dovrebbero fare tamponi su un campione casuale della popolazione – operazione evidentemente improponibile oggi.

Persino i “guariti” sono difficilmente misurabili, in quanto sono in realtà una frazione dei “positivi”, e non degli infetti. Paradossalmente, l’aumento dei guariti può addirittura fornire un’immagine fuorviante:  non è necessariamente una buona notizia, perché, a parità di successo della terapia, i guariti aumentano all’aumentare dei malati. Paradossalmente “per ogni caso positivo ce ne sono 5-10 non tracciati”. Un modello matematico ci dice che i casi non documentati con sintomi lievi o assenti (asintomatici) sono stati responsabili del 79 per cento dei contagi.

“Non si può sperare di sconfiggere il coronavirus solo con il lockdownun (protocollo di emergenza imposto dalle autorità che impedisce alle persone di lasciare un’area). Secondo il direttore del dipartimento per le emergenze sanitarie dell’Oms, Mike Ryan, “dobbiamo andare a caccia del virus”. “Bisogna rintracciare i contagiati e isolarli, e poi rintracciare tutti i loro contatti e isolare anch’essi. Altrimenti al primo allentamento delle misure restrittive l’epidemia potrebbe tornare a crescere esponenzialmente”.

Secondo uno studio cinese, infatti, prolungare l’isolamento di 18-21 giorni risulterebbe efficace per evitare la propagazione del virus, dato che si è capito che l’incubazione mediana è di 7 giorni e non 5 come si supponeva. Ad oggi, l’unico rimedio per sconfiggere il virus è il restare a casa TUTTI in modo da spezzare la linea di contagio. Se ad oggi TUTTI (ma proprio tutti) stessero chiusi nelle proprie abitazioni, basterebbero 4 settimane per sconfiggere il virus (periodo che tiene conto di chi verrebbe proclamato positivo oggi  e di chi potrebbe risultarlo entro i prossimi 14 giorni). Questi numeri purtroppo, però, resteranno solo teorici fino a quando continuerà ad esserci chi, incuranti delle norme, continua ad uscire ed avere contatti con altre persone.